Sebbene i pochi dati di letteratura riguardanti la malattia COVID-19 da coronavirus SARS-CoV-2 in età pediatrica siano ad oggi relativamente tranquillizzanti, tali informazioni sono ancora insufficienti e poco circostanziate per poter trarre conclusioni definitive.
Le più recenti direttive ministeriali identificano le persone affette da patologie croniche complesse come una popolazione a rischio aumentato. In sintonia con questa indicazione riteniamo pertanto che i bambini con disabilità neuromotoria, pneumopatie croniche, cardiopatie, affetti da deficit immunitari, da malattie metaboliche ereditarie a rischio di scompenso acuto o portatori di device, siano da considerare popolazioni a maggior rischio.
Nei paesi occidentali ed in Italia in particolare i bambini con disabilità o con condizioni croniche complesse costituiscono una popolazione rilevante, sia in termini di prevalenza che in termini di maggior bisogno assistenziale. Riteniamo, pertanto, che le misure precauzionali attualmente previste per il paziente fragile adulto siano a maggior ragione adottate per il “bambino fragile”.